in questa ridente zona della Vallata del Farfa sono ancora evidenti numerose testimonianze di siti archeologici di notevole interesse, tra cui spiccano monumenti funerari, resti di ville ed il caratteristico ponte sul Farfa. I ruderi, le conserve d’acqua, le tre tombe a torre, testimoniano che nella zona esistevano ville e insediamenti Romani databili in epoca imperiale, nel sec. II d.C. Tali costruzioni costeggiano la via che univa Roma a Rieti. [Continua su Wikipedia]

Il territorio, come vuole la tradizione, sorge nel luogo in cui un generale romano, Gneo Pompeo, edificò la sua villa residenziale e diede probabilmente il nome a questa terra. Tuttavia non solo la tradizione rievoca gli antichi fasti della civiltà romana: in questa ridente zona della Vallata del Farfa sono ancora evidenti numerose testimonianze di siti archeologici di notevole interesse, tra cui spiccano monumenti funerari, resti di ville ed il caratteristico ponte sul Farfa. Dopo l’età imperiale, si rinvengono notizie di Mompeo nell’ 817 d.C. dal Regesto Farfense, dove si parla del Fundum Pompeianum quale territorio di pertinenza dell’Abbazia Benedettina, confermato in una nota dell’825, e nell’840 in un diploma dell’Imperatore Lotario. [Continua su sabina.it]

Anche sulle colline di Mompeo, relativamente vicine all’Urbe e già ben note, sorsero con il tempo le dimore campestri di romani abbienti. Gli avanzi dei monumenti che ancora si vedono testimoniano l’antica esistenza di ville più o meno importanti delle quali non altro resta se non quella parte cui i romani annettevano la maggiore importanza, cioè le conserve d’acqua, gli acquedotti e i locali da bagno. [Continua su Wikipedia]

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